Rottura degli schemi, innovazione, mutamento: ecco le chiavi di lettura per leggere il campus universitario della St. Edwards University, ad Austin (Texas – U.S.A.). Primo progetto negli Stati Uniti di un architetto cileno emergente, Alejandro Aravena, questo campus universitario costituisce sicuramente una sfida importante. Per come viene trattato, innanzitutto, il rapporto formale con il contesto circostante (costituito da edifici tradizionali); per l’originalità del linguaggio; per l’equilibrio tra l’utilizzo di materiali opachi all’esterno e traslucidi all’interno; per uno stile contemporaneo eppure non autoreferenziale (come spesso accade in molte recenti realizzazioni).
Per quanto lontano geograficamente, il riferimento appare quello del monastero: uno spazio dove dare risposta agli atavici bisogni di nutrire il corpo e lo spirito. L’effetto di nucleo fortificato scaturisce dagli imponenti volumi che compongono la cittadella universitaria: un “canyon cartesiano”, canyon per la forte analogia cromatica e distributiva con le gole montane, cartesiano per la razionale geometria dell’insieme.
Ugualmente interessante è la distribuzione funzionale: al piano terreno trovano posto gli spazi collettivi (mensa, caffetteria, uffici, negozi, servizi), ai piani superiori troviamo aree di ricreazione, lavanderia, aule informatiche. Gli spazi residenziali e le camere, infine, ricevono luce naturale unicamente dall’esterno e la loro distribuzione – rivolta verso la promenade centrale, è tale da conservare comunque la giusta intimità.